Natale di Roma

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#artiebellezzeitaliane Photo by  Massimo Gaudio Lupa Capitolina Buon compleanno Roma Secondo la leggenda narrata dal letterato Marco Terenzio Varrone durante l'età imperiale ai tempi di Giulio Cesare, il 21 aprile del 753 a.C. sarebbe il giorno in cui Roma venne fondata da Romolo. Da lì in poi questo giorno è stato preso come riferimento per il calcolo degli anni con l'espressione latina Ab Urbe condita , ovvero da quando la città è stata fondata . Nei secoli seguenti, sopratutto dopo la caduta dell'impero romano, questa festività andò pian piano a scomparire, ma venne ripristinata e festeggiata nell'epoca risorgimentale, sopratutto dai mazziniani e garibaldini che da poco avevano proclamato la Repubblica Romana. La Lupa Capitolina è il simbolo della Capitale e chi meglio dei Musei Capitolini è in grado di descrivere una delle opere più rappresentative di Roma?  Sistemata al centro della sala - dove Aldrovandi la ricorda nel XVI secolo "in una loggia coperta ch

Pasquino, la statua parlante

 

La statua di Pasquino

A Roma sono celebri le pasquinate, altro non erano che satire in versi, caratteristiche del periodo che andava dal XVI al XIX secolo, dirette a pungere i personaggi pubblici più importanti presi di mira dalla gente comune, primi fra tutti i papi. Il nome deriva da una statua chiamata appunto Pasquino, situata nell'omonima piazza che si trova a pochi passi da piazza Navona addossata alle mura di Palazzo Braschi. Essa fu ritrovata nel 1501 durante la costruzione dell'allora Palazzo Orsini (ora Palazzo Braschi) nello stesso luogo dove si trova ora. Si tratta di un corroso e mutilo gruppo marmoreo, copia di un originale ellenistico pergameno del III secolo a.C. raffigurante probabilmente Menelao, simile all'altra copia che si trova nella Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria a Firenze. Pasquino è la più famosa statua parlante di Roma, chiamate così perché parlava al posto della gente comune che di notte lasciava messaggi anonimi appesi al collo della statua. Ogni mattina le guardie rimuovevano i fogli ma ormai quando accadeva la gente li aveva già letti e la cosa irritava molto i potenti, tanto da far emanare da papa Benedetto XIII un editto dove si prevedeva la pena di morte. L'usanza delle pasquinate cessò con l'annesssione di Roma al Regno d'Italia durante il Risorgimento. Ma non andò del tutto persa la voglia della gente di esprimere i prorpi pensieri, infatti ancora oggi è possibile lasciare le pasquinate non più attaccandole alla statua, ma in una aposita bacheca posta ai piedi di Pasquino.






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