Sala del Sileno alla Galleria Borghese

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Sala del Sileno La  Galleria Borghese , è uno scrigno contenente moltissime opere di artisti quasi tutti italiani tra i più importanti che la storia dell'arte antica abbia conosciuto. Al piano terra si trova una stanza che si chiama  Sala del Sileno , chiamata così in ricordo del gruppo con Sileno e Bacco bambino ora al Louvre in seguito della cessione nel 1807 di moltissime opere della collezione archeologica a Napoleone. Quasi tutti i dipinti nella sala sono del Caravaggio e o ltre alle opere dell'artista milanese, si possono ammirarne altre di artisti che in qualche modo sono a lui collegate. Le fotografie mostrano una panoramica sulla splendida sala, dove si possono ammirare sia i vari dipinti che le varie statue provenienti dalla Roma Imperiale come ad esempio quella del  Satiro danzante restaurato con crotali  (370-300 a.C.), oppure quella di un  Imperatore seduto restaurato come Mercurio  (6-30 a.C.) che fa bella mostra di se in mezzo ad altre due sotto il dipinto di Gi

I "cocci" di Monte Testaccio

 © Photo Massimo Gaudio

Monte Testaccio in via di Monte Testaccio vicino all'ex Mattatotio

A Roma oltre i famosi Sette colli che si trovano a destra del fiume Tevere, ce n'è un'altro che non è stato creato dalla natura, ma bensì dall'uomo. Il suo nome è Monte Testaccio.
E' conosciuto popolarmente come Monte dei Cocci, si trova nell'omonimo rione e sorge a pochi metri dall'ex Mattatoio nella zona portuale fluviale di Ripa grande ai tempi dell'antica Roma. Il porto era un importante punto di riferimento per lo scarico delle merci che risalivano lungo il fiume Tevere provenienti da tutte le province romane. Le merci viaggiavano all'interno di diversi contenitori tra cui le anfore. Quelle usate per il trasporto di prodotti agricoli venivano riutilizzate, ma quelle dedicate al tresporto oleario, per via dei residui che si accumulavano sulle pareti delle stesse, non potevano essere riutilizzate per una questione igienica e quindi in modo ordinato venivano "smaltite". 
Fu individuata una zona vicino al porto dove accatastare i "cocci" delle anfore rotte ed ogni volta veniva gettata sopra la calce per eliminate gli inconvenienti causati dalla decomposizione dell'olio e questa si è dimostrata un ottimo collante che ha creato una stabilità nel monte attraverso i secoli.
L'accumulo di questi cocci e di frammenti di anfore, è stato possibile soltanto attraverso una loro diligente collocazione attaverso il trasporto con carri che ricolmi vi salivano attraverso una rampa e sue piccole strade. L'accumulo si è svolto tra il periodo augusteo e la metà del III sec. d.C., portando l'altezza del monte a 54 metri per un diametro di circa 1 chilometro. 
Il monte è una fonte storica che documenta lo sviluppo economico dell'impero romano ed i scambi commerciali tra Roma e le sue province ed attraverso i marchi di fabbrica impressi sulle anfore e le scritte su di esse, è possibile sapere il nome dell'esportatore, il contenuto e la data, così da conoscere più a fondo le abitudini alimentari nell'antica Roma.




Particolare dei "cocci"


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