#artiebellezzeitaliane
Photo by Massimo Gaudio
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Volta di Pietro Angeletti |
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Pietro Angeletti, Metamorfosi di Dafne in albero di alloro |
Al piano terra di Galleria Borghese ubicata all'interno del parco di Villa Borghese a Roma, la stanza che prende il nome dalla scultura berniniana di Apollo e Dafne, fu decorata tra il 1780 e 1785 su progetto di Antonio Asprucci (1723-1808). Al centro della volta si trova il dipinto del pittore Pietro Angeletti (1758-1786) dal titolo Metamorfosi di Dafne in albero di alloro e sempre a lui si deve la rappresentazione delle quattro stagioni dipinte in monocromo raccolte all'interno di finte nicchie. Nella sala sono esposti due dipinti realizzati da Dosso Dossi (ca. 1486-1542) uno dei quali collegato al tema di Apollo e Dafne.
Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini
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Gian Lorenzo Bernini, Apollo e Dafne (1622-1625) |
Un blocco di marmo rimane tale finché non arriva qualcuno armato di martello e scalpello e comincia a lavorarlo. In pochi riescono a creare da quel marmo una scultura che abbia anche un'anima e Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) è tra questi. Nella sala si trova in tutta la sua bellezza il gruppo scultoreo Apollo e Dafne scolpito dall'artista napoletano tra il 1622 ed il 1625. Bernini, ha scolpito nel marmo il momento in cui, secondo Ovidio, Apollo dopo essere stato colpito con una freccia da un Cupido geloso, si invaghisce della ninfa Dafne la quale però non vuole saperne niente, così chiede auto al padre Peneo che per aiutarla la trasforma in un albero di alloro. Ho evidenziato attraverso le immagini molte parti della scultura dove Apollo appare felice mentre raggiunge la ninfa, Dafne, impaurita dal dio greco, comincia a trasformarsi in albero di alloro. Non c'è una parte del gruppo marmoreo che non merita di essere sottolineato dalle fotografie.
Giovanni Luteri detto DOSSO DOSSI
Melissa
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Giovanni Luteri detto DOSSO DOSSI, Melissa (1520) Olio su tela, cm 170 x 172 |
L'opera fece l'ingresso nella collezione di Scipione Borghese tra il 1607 e il 1608 proveniente da Ferrara, raffigura una donna vestita con abiti dai colori sgargianti e finemente decorati e con un turbante in testa, che dapprima è stata identificata come la maga Circe, ma poi come Melissa secondo la descrizione data da Ludovico Ariosto nell’Orlando Furioso. Si trova seduta all'interno di un cerchio dove nei bordi sono trascritti simboli che richiamano la Cabala ebraica. Con la mano destra regge una tavola con alcuni disegni, mentre con quella sinistra regge una fiaccola. Lo sguardo di Melissa non è rivolto per caso verso la sua destra, infatti secondo quanto emerso durante il suo restauro, al posto del cane e l'armatura, si trovava una figura maschile.
Apollo
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Giovanni Luteri detto DOSSO DOSSI, Apollo (1522) Olio su tela, cm 194 x 118 |
Il dipinto entrò a far parte della collezione Borghese nel 1659 da un lascito testamentario di Luigi Capponi per riconoscenza in quanto papa Paolo V lo aveva eletto cardinale. Come quello precedente, anche questo arriva da Farrara ed è stato realizzato dal Luteri probabilmente in occasione del matrimonio tra Alfonso d'Este e Laura Danti avvenuto dopo la morte di Lucrezia Borgia. Si è arrivati a questa ipotesi seguendo alcuni particolari come ad esempio il lauro che cinge la testa di Apollo che richiama il nome della sposa, mentre il resto della figura di Apollo ha un carattere classicheggiante che ricorda il Torso del Belvedere che si trova nei Musei vaticani.
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