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Giuliano da Sangallo, Loggia papa Giulio II - Castel Sant'Angelo - Roma |
Castel Sant'Angelo è tutto da vedere, senza fretta però, partendo dalle carceri fino ad arrivare sulla bellissima terrazza con una vista mozzafiato su Roma e sulla basilica di San Pietro.
Vorrei partire con la visita del quinto livello da una delle logge più belle e suggestive di Roma che prende il nome da papa Giulio II il quale l'aveva concepita come luogo da cui impartire le benedizioni. Dai mandati di pagamento della Camera Apostolica viene indicato l'architetto fiorentino Giuliano da Sangallo (1445-1516) quale responsabile dei lavori. La loggia che si affaccia sul fiume Tevere, il fiume Sacro di Roma, si presenta con le volte, le lunette e i pennacchi affrescati con motivi floreali. Il parapetto in marmo bianco, è sormontato da una coppia di colonne libere e da due semicolonne addossate agli stipiti. Tutto questo forma una cornice dalla quale si può vedere la Città Eterna in tutto il suo splendore.
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Giuliano da Sangallo, Loggia papa Giulio II - Castel Sant'Angelo - Roma |
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Giuliano da Sangallo, Loggia papa Giulio II vista dalla Sala Paolina- Castel Sant'Angelo - Roma |
Dalla Loggia papa Giulio II, salendo alcuni gradini, si arriva in una bellissima sala tutta affrescata sia nelle pareti che nella volta ed il pavimento è in marmi policromi. Si chiama Sala Paolina, salone di rappresentanza della residenza di Paolo III Farnese (1534-1549). La decorazione fu progettata tra il 1545 e il 1547 da Perin del Vaga (1501-1547) che la realizzò con vari collaboratori, come Pellegrino Tibaldi, Domenico Rietti detto LO ZAGA, Marco Pino, Girolamo Siciolante da Sermoneta, Livio Agresti e Giacomo Bertucci detto GIACOMONE DA FAENZA. Nella volta della sala, oltre lo stemma papale che si trova al centro, sono stati raffigurati sei episodi della vita di Alessandro Magno in altrettanti affreschi dal senese Marco Pino. Anche sulle pareti ci sono affreschi monocromi che riguardano Alessandro Magno, ma forse quello che tra gli affreschi più di tutti cattura l'attenzione è il San Michele Arcangelo che rinfodera la spada, opera di Pellegrino Tibaldi (1527-1596) eseguito nel 1545.
Dalla Sala Paolina si passa nella Sala di Perseo che costituì lo studio di papa Paolo III Farnese. Fu decorata sul soffitto e nella parte superiore delle pareti da Perin del Vaga e dai suoi collaboratori. Il soffitto a cassettoni presenta i simboli araldici del Papa ed al centro spicca la figura dipinta a rilievo dell'Arcangelo Michele. La sala ospita parte delle collezioni di dipinti e di arredi del Museo: Due tavole con Cristo benedicente e Sant'Onofrio di Carlo Crivelli, il San Girolamo di Lorenzo Lotto, la Madonna in trono col bambino tra i santi Giovanni Battista, Pietro, Ambrogio, Vittore, Antonio Abate e Benedetto di Abrogio Zavattari e bottega, una coppia di grandi candelabri in legno dorato, la base di un tronetto ed altre opere e suppellettili varie.
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Sala di Perseo |
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Tronetto (sec. XVI) |
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Abrogio Zavattari e bottega, Madonna in trono col bambino tra i santi Giovanni Battista, Pietro, Ambrogio, Vittore, Antonio Abate e Benedetto (1444-1450) |
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Carlo Crivelli, Cristo benedicente (sec. XV) Olio su tavola, cm. 33 x 26,5 |
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Carlo Crivelli, Sant'Onofrio (sec. XV) |
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Sala di Perseo, Soffitto |
Dalla Sala di Perseo attraverso una porta si accede alla Sala di Amore e Psiche che fu la camera da letto di papa Paolo III, anche questa decorato da Perin del Vaga e aiuti tra il 1545 e il 1546. Il soffitto, a cassettoni, è ornato da grottesche su fondo oro, da rilievi con unicorni affrontati e da gigli alternati a targhe con il nome del papa ed al centro il suo stemma. Anche qui sono presenti vari oggetti di arredamento come il Letto di Parata, la spinola, l'inginocchiatoio e vari dipinti sulle pareti tra i quali il Cristo Portacroce di Paris Bordon.
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